Può essere tradotto come “tempo di attraversamento”, “tempo di risposta”, “tempo di consegna” ma, comunque lo si traduca, il lead time resta un termine fondamentale per qualsiasi manuale di ingegneria gestionale o di logistica.
Cos’è il lead time in logistica
Sta infatti a rappresentare il tempo che intercorre fra il momento dell’emissione dell’ordine e la consegna della merce al cliente e pertanto, a maggior ragione nell’era dell’e-commerce, riveste un ruolo strategico. Soprattutto se si è intrapreso un percorso di miglioramento continuo volto alla realizzazione di un magazzino smart.
Nella pratica, quindi, il lead time racchiude la sequenza di una serie di operazioni o, se si vuole, rappresenta l’order cycle, il ciclo di ordine. Indirettamente misura l’efficienza del magazzino.
Il lead time è una sequenza precisa
Sì, perché il lead time non è altro che la somma algebrica del tempo speso per ogni azione che abbia lo scopo ultimo di evadere un ordine. In pratica, quindi, misura il tempo che occorre per le principali operazioni di magazzino, segnatamente registrazione e trasmissione dell’ordine, ricevimento dell’ordine e passaggio al magazzino per la composizione della spedizione, preparazione della documentazione necessaria per l’uscita della merce, imballaggio, trasporto e consegna della merce.
Lead time e magazzino efficiente
Va da sé, quindi, che il lead time sarà inferiore in un magazzino che lavora efficacemente ed efficientemente – dunque in un magazzino smart – mentre misurerà tempi biblici in quei magazzini in cui tutto è lasciato al caso e in cui non si sia mai deciso di abbattere le 3 Mu giapponesi: Muda – ossia gli sprechi – Muri – e cioè i sovraccarichi – Mura – quindi gli squilibri – dovrebbero essere sempre eliminati senza pietà.
L’importanza del lead time
Va da sé che il lead time sia un fattore sempre più critico: il contesto in cui si opera è frenetico, le risposte devono essere immediate. Di conseguenza, i magazzini diventano luoghi in cui si gioca la partita della competitività: il cliente è soddisfatto del servizio se la sua richiesta viene evasa nel minor tempo possibile. E il servizio si misura (anche, e in maniera indiretta) con il lead time. Al contempo, però, il magazzino è un luogo sempre più complesso, in cui il numero di referenze non fa che aumentare. Il che ha ricadute sullo stock, sulle scorte. Se, come si dice in gergo, si rompe lo stock, la partita della competitività di cui sopra sarà persa in partenza. Pertanto, ancora una volta, entra in gioco il lead time: la sua riduzione si configura infatti nell’opportunità di abbassare il livello delle scorte senza rischiare nessuna rottura dello stock.
Dal lead time dipendono le scorte
Sì, perché le scorte giocano un ruolo centrale in un magazzino smart, innanzitutto perché si configurano come costi per l’imprenditore: gli esperti sostengono che una corretta gestione delle scorte possa far diminuire il valore del magazzino fino al 40 per cento. Per alcune aziende, è facile convenire, può fare davvero la differenza. Le scorte, però, per una logistica efficiente ed efficace – che oggi più che mai richiede tempi da record nell’evasione degli ordini – sono un male necessario. Perché se è vero che dal punto di vista meramente amministrativo possono essere interpretate come il coacervo di capitali stoccati, è anche vero che l’imprenditore illuminato sa che rappresentano un servizio al cliente. In altre parole, devono solo essere gestite e conosciute (attraverso i KPI) al meglio. Anche perché il livello di scorte non è un numero empirico, ma è governato da due variabili: il livello di lead time e il livello di scorte di sicurezza. Dunque è un numero ben preciso, che cambia nel tempo: il monitoraggio (continuo) del lead time è dunque strategico.
Come ridurre il lead time
Ora che sappiamo quanto è importante il lead time, si può ridurlo con un WMS?? La risposta è sì, a patto che sia il WMS giusto, nel posto giusto. Detto questo, per spiegare la risposta positiva a una domanda tutt’altro che scontata, occorre partire dal processo logistico. Il quale, se pur complesso, in realtà ha uno scopo se vogliamo molto semplice: spostare la merce da un luogo A – ossia il luogo di produzione – a un luogo B, ossia il luogo di consegna.
Compito della logistica efficiente – dunque della logistica supportata da un buon gestionale – è gestire al meglio lo spazio e le fasi che intercorrono tra il punto A e il punto B. Gestire al meglio significa ottimizzare, significa ridurre le distanze: solo così si potranno ridurre costi e lead time.
Primo step per il lead time: 0 operazioni inutili
I magazzini in cui è stato implementato un WMS di Stesi lo dimostrano: per far sì che il processo logistico sia efficiente – dunque che la distanza tra A e B sia percorsa nel minor tempo possibile, riducendo anche i costi – la prima cosa da fare è ridurre le operazioni inutili, ossia tutte quelle operazioni che da tempo si perpetuano quotidianamente nel magazzino, senza che ce ne sia una reale necessità. Certamente la tecnologia in questo aiuta, ma anche ripensare al posizionamento della merce è una procedura che può portare a evitare operazioni inutili. In quest’ottica, però, meglio chiedere all’operatore (o agli operatori) il proprio parere: rappresenta infatti il punto di vista di chi nel magazzino opera quotidianamente, e pertanto va tenuto in debita considerazione, anche quando il magazzino è ad alto tasso di innovazione tecnologica. In altre parole, se per l’operatore il nuovo posizionamento della merce è logico, il magazzino funzionerà bene. Coinvolgere il personale non è un ritorno al passato, anzi. È un modo per accrescere il coinvolgimento del capitale umano, motivandolo.
Il layout del magazzino e il lead time
Un layout ben concepito, è un layout che farà risparmiare e che ridurrà i tempi di lead time. Sì, perché l’obiettivo è sempre quello di ridurre la distanza tra A e B e pertanto, anche all’interno del magazzino, il percorso/i deve essere ottimizzato. Percorsi brevi significano meno lavoro e maggiore risparmio energetico: ecco perché il magazzino e i suoi flussi vanno concepiti sui principi dell’omogeneità, della razionalità. Le strategie sono numerose: si possono raggruppare gli ordini in funzione dei tempi di consegna, oppure in funzione della zona di consegna. Si possono preparare più ordini insieme e magari procedere con lo smistamento successivo. Spazi più brevi, un solo viaggio per più ordini, navigazione FGS dei carrelli, coordinamento centralizzato dei carrelli, sono tutte strategie vincenti. Il layout basato sulla logica ABC – dove A rappresenta il pezzo più venduto e C quello meno movimentato – resta sempre e comunque un layout razionale.
Il WMS: l’investimento per il lead time
Nell’era della logistica efficiente, della Industry 4.0, dell’e-commerce, inquadrare il WMS come un costo è quanto meno anacronistico. Sì, perché un magazzino non gestito è un centro di costi, spesso occulti. La domanda, oggi, non deve più essere “quanto costa il WMS?”. Semmai ci si deve chiedere: “in quanto tempo si ripaga l’investimento?”. Diverse case histories di Stesi dimostrano che il payback di un WMS – ossia il tempo che occorre per rientrare dell’investimento – è di due anni. Il che significa che solo dopo 24 mesi dall’acquisto del WMS il magazzino non è soltanto gestito e ottimizzato, ma è profittevole. E lo sarà per parecchio tempo. Il WMS, ripetiamolo, non è un costo ma, al contrario, uno strumento che evita di commettere errori, e dunque uno strumento che riduce i costi.
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