Il magazzino è il luogo in cui ha inizio il processo logistico e pertanto gli esperti in logistica gli assegnano un ruolo strategico e centrale. Il che significa che la buona (o cattiva) gestione della logistica di magazzino può fare la differenza lungo tutta la supply chain. Ma come si fa a gestire bene un magazzino? La gestione efficiente del magazzino, oramai è assodato, è strettamente connessa all’impiego di software capaci di prendere decisioni al posto dell’uomo e dunque capaci di tenere sotto controllo – contemporaneamente – numerosi parametri, misurandone le performance. Ma l’adozione di uno o più software – o, ancor meglio, l’adozione di un parco applicativo – non mette al riparo per sempre dalle inefficienze. Perché anche il miglior parco applicativo, a un certo punto, può diventare obsoleto.

Datato o obsoleto?

Siamo nell’era degli aggiornamenti: il computer si aggiorna, il telefono si aggiorna, le App si aggiornano. E la frequenza degli aggiornamenti aumenta in maniera esponenziale, tanto che a un certo punto i device appena menzionati diventando in poco tempo inutili, perché incapaci di reperire nuovi aggiornamenti da remoto.
Così come si fa quando si acquista un telefono nuovo o un nuovo pc, anche quando si decide di prendere in considerazione l’acquisto di un parco applicativo per il proprio magazzino si deve considerare il discorso della obsolescenza tecnica. In questo senso, la prima domanda da porsi, dunque, è la seguente: quanto durerà il ciclo di vita del nuovo parco applicativo per la logistica di magazzino? A seguire, sarà bene chiedersi: il nuovo applicativo si potrà aggiornare? In quanto tempo diventerà obsoleto?
Sono domande fondamentali, che meritano risposte certe e univoche: il parco applicativo è un investimento importante, è fondamentale conoscerne la durata.

L’obsolescenza è un problema serio

Si immagini un magazzino la cui gestione è demandata solo al personale: si tratta di un magazzino destinato a generare, nei casi meno gravi, inefficienze. Nei casi disperati, invece, è un magazzino destinato a implodere. Ora si immagini lo stesso magazzino finalmente gestito tramite un parco applicativo: il personale non deve più tenere conto di una serie di aspetti, ma deve limitarsi a fare il proprio lavoro con efficienza, secondo quanto indicato dal sistema. Finalmente in quel magazzino si lavorerà efficientemente ed efficacemente, in altre parole senza stress e centrando gli obiettivi. Ma, a un certo punto, le cose potrebbero cambiare nuovamente.

Dall’ordine al caos

Sì, perché non tutti i software per la logistica di magazzino sono uguali, sia in termini di efficienza, sia in termini di durata. Ci sono parchi applicativi destinati a durare a lungo perché aggiornabili, altri che, nonostante l’iniziale efficienza dimostrata nelle prime fasi, hanno un ciclo di vita breve e sono quindi destinati a diventare obsoleti in poco tempo, perché hanno problemi a recepire gli aggiornamenti. Un esempio su tutti sono gli aggiornamenti “bloccati” da Microsoft nel corso del 2020: si tratta di eventi che hanno un impatto rilevante.
Sì, perché un sistema non aggiornato, dunque obsoleto, non soltanto getta nel caos il magazzino stesso, ma genera anche problemi di sicurezza. Non bisogna dimenticare, infatti, che il parco applicativo è un enorme contenitore di dati, anche sensibili. La cattiva gestione del dato, è noto, può metterlo a rischio. Dunque, ricapitolando: tra i vari aspetti che conviene considerare quando si opta per dotare il proprio magazzino di un parco applicativo, occorre considerare anche la durata media dello stesso. Va detto, concludendo, che non esiste una durata ottimale: come sempre occorrerà considerare le caratteristiche del magazzino e quindi “cucire” su di esso il parco applicativo ideale.

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