Order picking e batch picking non sono una scelta casuale, occorre un’analisi attenta del contesto per decidere in maniera consapevole: il prelievo è un’operazione dispendiosa in tutti i sensi, adottare il giusto picking significa eliminare costi non necessari e accelerare l’evasione degli ordini.
Dunque, la scelta tra order picking e batch picking dipende dal magazzino e dalla tipologia di ordine da gestire: se, infatti, con l’order picking gli operatori gestiscono un ordine completo o una frazione di esso, con il batch picking la missione consiste nell’evadere un lotto di ordini completi o un lotto di frazioni di ordini. A decretare la scelta migliore tra order picking e batch picking sono alcune variabili: il volume degli ordini, la rilevanza del tempo di percorrenza della merce in magazzino, la destinazione degli articoli o, ancora meglio, il sorting, e il numero di ordini in un lotto. Tutti questi fattori, attentamente analizzati, permetteranno di propendere per l’order picking o il batch picking. O per un mix dei due.
I vantaggi e gli svantaggi dell’order picking
Order picking e batch picking hanno entrambi vantaggi e svantaggi, di cui è bene tenere conto. Il primo innegabile vantaggio dell’order picking è la sua semplicità e, infatti, è la modalità di prelievo più comune: a fronte di un ordine, bisogna “solo” generare la bolla relativa all’ordine singolo oppure generare più bolle che comprendono frazioni dell’ordine originario. Ciò non lo rende scevro dai difetti: quello principale riguarda la variabilità dell’ordine che, se molto complessa, può far sì che l’operatore debba fare molte fermate, lunghi percorsi, e che dunque impieghi molto tempo per una singola missione. Per sopperire a tali svantaggi, la tecnica del batch picking sembrerebbe essere una buona soluzione poiché, raggruppando in un lotto più linee d’ordine dello stesso articolo, si riducono il numero di fermate e il tempo di prelievo, con il risultato finale di una riduzione complessiva del numero di missioni.
I vantaggi e gli svantaggi del batch picking
Non solo, tra i plus del batch picking va contemplata la riduzione degli errori di prelievo, in quanto con questa tecnica è di fatto obbligatorio introdurre il sorting – ossia il processo mediante il quale gli articoli prelevati sono suddivisi in base alla loro destinazione, e quindi in base al cliente, alla regione, ecc. – che di fatto rappresenta un ulteriore controllo. Ma anche il batch picking ha degli svantaggi, uno su tutti è la maggiore complessità gestionale, ed è per questo che è meno scelto: con il batch picking l’operatore preleva un determinato codice per evadere contemporaneamente ordini di diversi clienti. Il rischio di sbagliare c’è, soprattutto se all’operatore, oltre al prelievo, è affidato il compito di separare le merci, per agevolare le operazioni di confezionamento e imballaggio che seguiranno.
Order picking e batch picking possono convivere?
Le due logiche, in molti magazzini, sono esclusive: si sceglie tra order picking e batch picking e da lì non ci si sposta, perché adottarle in combinazione sembra aggiungere entropia al sistema. Eppure, in alcuni casi, la loro convivenza non solo è fattibile ma anche premiante, a patto che il magazzino sia organizzato molto bene. Una parte del magazzino gestisce ordini di dimensioni rilevanti sia per quanto riguarda il numero di referenze sia per quanto riguarda il volume per la singola referenza: qui si applica la logica batch picking. L’altra parte del magazzino gestisce ordini più complessi, caratterizzati da bassi volumi e ampia varietà: in questo caso meglio si adatta l’order picking, meglio evadere questa tipologia di ordini con una missione di prelievo specifica. A fare la differenza è il “cervello” del magazzino, alias WMS, a cui spetta il primo e più importante compito: classificare l’ordine e destinarlo al prelievo più adeguato tra order picking e batch picking.
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