Di sicuro la pandemia ha portato sotto i riflettori la logistica alimentare, la quale si è rivelata strategica per gestire il lockdown degli italiani (e non solo). Ed è emerso quanto gli operatori di settore già conoscevano: quella alimentare è una filiera complessa, che presenta caratteristiche, criticità e peculiarità uniche, perché trattasi di un processo lungo e delicato, tanto quanto i prodotti che ha come oggetto. La filiera food, andando dalla produzione degli alimenti fino alla loro consegna, passando per una serie di step intermedi, è quella che richiede, più di ogni altra, igiene e sicurezza. Sono pertanto necessarie, o meglio obbligatorie, tracciabilità, trasparenza e coerenza normativa dall’inizio alla fine della supply chain. Ma le implicazioni sono anche altre e sono legate all’efficienza, non solo economica, della supply chain. Oggi sono infatti tre i concetti basilari nella logistica alimentare: la digitalizzazione per ottimizzare l’efficienza dei flussi e dei processi, la sostenibilità ambientale per migliorare (anche) l’immagine degli attori della filiera e la collaborazione tra questi ultimi. Vediamo nel dettaglio.
Le criticità nella filiera food sono numerose e presenti in ogni step. Annoverarle tutte sarebbe impossibile, ma, in ordine sparso, focalizziamo l’attenzione su alcuni aspetti, tenendo sempre bene a mente che denominatore comune è l’impegnativo tema della sicurezza alimentare: i processi devono essere verificati, validati, tracciati e certificati in coerenza con la normativa.
Tra le criticità va di sicuro annoverata la gestione dell’inventario, perché nella gestione dei prodotti alimentari va considerata la data di scadenza, la possibilità di contaminazioni, le temperature di conservazione. Anche i livelli delle scorte devono essere monitorati: da un lato vi è il rischio dell’esaurimento delle scorte, dall’altro il rischio di approvvigionamenti eccessivi, in cui si ripresenterebbe il problema di cui sopra, quello delle scadenze.
In pratica, mai come per la logistica alimentare, va sempre ricordato che la logistica è fatta di spazio e di tempo. Quanto allo spazio, la criticità maggiore è dettata dai magazzini, che necessitano di multi-temperature, che gestiscono un numero infinito di referenze (si pensi alla GDO), che devono essere organizzati secondo diverse logiche. Ma lo spazio è una variabile importante anche nei trasporti: i viaggi e i carichi devono essere ottimizzati, perché le consegne devono essere efficienti economicamente e ambientalmente, soprattutto se si ha a che fare con la GDO, la quale richiede un elevato livello di efficienza operativa, ma anche il contenimento dei costi logistici (spazio, mezzi, persone). Pertanto, per ottimizzare la variabile spazio, cresce la necessità di automazione, di razionalizzazione dei flussi, di tracciamento dei lotti. Quanto alla variabile tempo, va considerato che efficienza fa rima con consegne rapide e puntuali. Basti pensare al nuovo corso imposto dal canale e-commerce.
Non si può infatti ignorare l’impennata dell’e-commerce che, complice anche l’emergenza coronavirus, sta diventando prassi anche in quei settori dove non era ancora particolarmente sperimentato. Come rilevava solo pochi mesi fa l’osservatorio eCommerce B2c del Politecnico di Milano, prima della pandemia, infatti, gli italiani compravano sul web principalmente biglietti aerei, vestiti, libri, articoli per la casa, giocattoli, strumenti di informatica: fatto 100 il valore dell’e-commerce italiano, al food era riservato uno scarso 5%.
Con il lockdown le abitudini sono cambiate, basti pensare che il valore degli acquisti di prodotti alimentari sulla app Uber Eats in Italia, dallo scorso 8 marzo, è aumentato di 55 volte rispetto alla norma (2,3 volte in Europa) e che nello stesso periodo il numero di market, minimarket e negozi di generi alimentari presenti sulla piattaforma Uber Eats, in Italia, è triplicato.
Inoltre, è cosa nota, da alcuni mesi a questa parte i portali online sono stati presi letteralmente d’assalto: le piattaforme della GDO sono super affollate, l’impennata delle vendite tramite commercio elettronico è sotto gli occhi di tutti. La logistica alimentare, per essere efficiente, non può non considerare questi nuovi driver.
Secondo l’Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano, le tecnologie digitali hanno un grande impatto positivo sull’efficienza e l’efficacia dei processi di logistica alimentare, a cominciare dalle ricadute sulla tracciabilità. Già lo scorso anno l’Osservatorio rilevava che il 30 per cento delle aziende che hanno adottato soluzioni digitali di tracciabilità, hanno riscontrato una riduzione degli errori di inserimento dei dati e del rischio di manomissione; il 27 per cento del campione ha poi notato una diminuzione dei costi richiesti all’attivazione delle procedure di rintracciabilità; il 21 per cento un risparmio di tempo per la raccolta dei dati.
Non solo. Secondo quanto rilasciato dall’Osservatorio, anche i processi e le relazioni nella supply chain beneficiano delle soluzioni digitali soprattutto per quanto riguarda i costi di gestione delle scorte (15%), la riduzione degli sprechi alimentari (14%) e il consolidamento dei rapporti di filiera (13%). Il 13 per cento delle aziende ha anche riscontrato un aumento delle vendite, mentre il 14 per cento ha evidenziato la necessità di puntare su soluzioni per migliorare i processi di certificazione.
Le soluzioni digitali intervengono principalmente nei processi di gestione del dato, dall’identificazione fino alla trasmissione, passando per l’acquisizione registrazione, analisi, integrazione.
Ricapitolando, nella filiera alimentare, forse mai come in nessun’altra, un ruolo di primo piano lo riveste la tracciabilità. La quale, va sottolineato, oltre a essere un atto dovuto per via della normativa cogente, è anche un elemento che sta molto a cuore a tutti gli attori della filiera, dal produttore fino al consumatore finale. Pertanto, per riprogettare la logistica alimentare, è necessario un approfondito know how del processo, proprio per garantire, tramite soluzioni informative, la tracciabilità del prodotto. A supporto di questa esigenza vi è la tecnologia: secondo l’Osservatorio Smart Agrifood, le soluzioni digitali per la logistica alimentare si possono suddividere oggi in due filoni. Quelle tradizionali - sono ancora la maggior parte - trasformano il dato in digitale, ma richiedono ancora un importante contributo umano. Tra queste, le più diffuse sono le piattaforme software per registrazione, integrazione ed elaborazione del dato (62%), seguite da soluzioni che combinano strumenti hardware e software (30%) e da strumenti hardware come sensori IoT e lettori codici a barre (8%). Vi sono poi le soluzioni più avanzate, le quali utilizzano RFID (Radio-Frequency Identification, 20%), Cloud (19%), Big Data Analytics (14%) e i sensori IoT (10%).