In un contesto sempre più sfidante e interconnesso come quello della supply chain moderna, efficienza e flessibilità non sono più semplici vantaggi competitivi ma prerequisiti fondamentali. Le aziende che operano in ambito logistico si trovano oggi ad affrontare una trasformazione profonda, in cui la tecnologia gioca un ruolo centrale… ma non sufficiente.
Perché l’innovazione, per funzionare davvero, ha bisogno di persone capaci di guidarla.
Ed è qui che entra in gioco l’upskilling degli operatori di magazzino: l’investimento nella formazione e nell’aggiornamento delle competenze di chi lavora e opera in magazzino ogni giorno. Un processo che non riguarda solo la crescita individuale, ma che incide in modo diretto sulla produttività, sulla sicurezza e sulla competitività dell’intera organizzazione.
Ne abbiamo parlato con Giovanni Gallo, Team Leader e Software Analyst/Developer di Stesi, che ci ha raccontato come la formazione degli operatori rappresenti una leva fondamentale per traghettare il magazzino verso un modello più digitale, consapevole e sostenibile.
Non solo merce da spostare: l’operatore oggi gestisce processi
L’introduzione di nuovi strumenti tecnologici ha modificato le competenze richieste in magazzino. Oggi non basta più conoscere le logiche operative tradizionali: serve essere in grado di leggere i dati, comprendere i flussi, collaborare con sistemi digitali. “Non si tratta più solo di spostare pacchi da un punto A a un punto B”, racconta Giovanni. “Oggi l’operatore è parte attiva di un sistema molto più ampio, che va compreso e gestito con consapevolezza.”
Da questo punto di vista, l’upskilling non è solo un’opportunità per i lavoratori, ma anche una garanzia per le aziende. Formare il personale su queste nuove competenze significa:
- migliorare la produttività e ridurre gli errori operativi
- garantire una maggiore sicurezza sul lavoro
- favorire l’adattabilità a nuove tecnologie e processi
- aumentare la soddisfazione e la fidelizzazione dei dipendenti
Formare nel momento giusto: perché il GoLive è un’occasione cruciale
Quando un nuovo sistema WMS o MES viene introdotto in azienda, il cambiamento non riguarda solo la tecnologia: coinvolge direttamente le persone. Ed è proprio durante la fase di GoLive, quando i flussi operativi cambiano e il personale si confronta per la prima volta, sul campo, con una nuova logica di lavoro, che l’upskilling degli operatori trova uno dei suoi momenti più efficaci.
“Gli operatori iniziano a toccare con mano il sistema, ne comprendono il funzionamento e cominciano ad adattare le loro abitudini ai nuovi processi”, spiega Giovanni. L’affiancamento in questa fase è fondamentale: il team Stesi è presente in magazzino per supportare gli utenti, accompagnandoli passo dopo passo nella transizione. “Li guidiamo nel passaggio: mostriamo loro i parallelismi tra il vecchio e il nuovo metodo – e questo aiuta a superare eventuali resistenze.”
Da qualche tempo poi il team di Stesi, per rendere l’integrazione del WMS e del MES ancor più naturale, ha scelto di anticipare le attività di affiancamento recandosi più volte in magazzino con l’obiettivo di lasciare agli operatori tutto il tempo necessario di familiarizzare con il sistema prima dell’avvio effettivo. “Il risultato è che le persone, dal magazziniere al Responsabile di Magazzino fino al Manager o al titolare d’azienda, arrivano al GoLive con maggiore sicurezza, e questo rende la formazione più rapida e meno stressante”, aggiunge Giovanni.
La formazione continua? Un investimento strategico
Ma il GoLive rappresenta solo l’inizio del percorso. Per garantire un’adozione davvero efficace e duratura di un WMS o di un MES, è fondamentale investire nella formazione anche dopo l’avvio operativo. La prima fase serve a far familiarizzare gli operatori con le funzioni principali, ma è nei mesi successivi che le competenze si consolidano e si affinano.
«La formazione iniziale è indispensabile, ma non basta. Serve prevedere momenti strutturati di aggiornamento e approfondimento, che aiutino gli operatori a usare davvero tutto il potenziale del sistema», racconta Giovanni.
L’approccio suggerito è quello della formazione continua e modulare, con sessioni specifiche, brevi moduli on-demand e contenuti facilmente accessibili nel tempo. La chiave è offrire un apprendimento flessibile, che non si fermi al GoLive e si adatti al ritmo operativo delle persone», aggiunge.
Scegliere il giusto software per la logistica e produzione: l’importanza dell’usabilità
Un sistema può avere tutte le funzionalità del mondo, ma se chi lo usa ogni giorno non lo capisce facilmente, il rischio è che resti sottoutilizzato. Per questo, nella scelta di un software per la logistica e la produzione, l’intuitività e la semplicità d’uso sono fattori determinanti.
«Se vuoi che gli operatori abbraccino il cambiamento, devi mettere nelle loro mani uno strumento che non sembri complicato. I WMS e i MES devono essere percepiti come degli alleati, non come delle barriere, un aiuto quotidiano, non una minaccia al proprio lavoro», osserva Giovanni.
A tal proposito, ecco cosa ci ha raccontato Paolo Pedrizzi, Responsabile Marketing Strategico di BRN, cliente di Toyota Material Handling Italia che ha adottato le soluzioni software Stesi, in questa intervista rilasciata qualche tempo fa: «Adottando silwa, il WMS di Stesi, abbiamo raddoppiato la capacità di gestione degli ordini e trasformato una parte delle lavorazioni manuali in automatiche salvaguardando al contempo l’occupazione. Anzi, a dire il vero, il numero di dipendenti impiegati nella vecchia sede è cresciuto del 10%, perché sono cambiate le modalità operative: oggi i lavoratori svolgono attività diverse, più utili per il raggiungimento degli obiettivi.»
silwa è nato infatti proprio con l’obiettivo di fornire ai clienti una soluzione digitale semplice da usare ed efficiente, tanto per semplificare la quotidianità degli operatori quanto per garantire un’interazione immediata e accessibile, anche per chi ha poca familiarità con strumenti digitali.
Un’interfaccia intuitiva, per un apprendimento immediato
L’usabilità è spesso il primo vero banco di prova per l’adozione di un nuovo sistema. Se il software per la logistica e produzione risulta complesso o poco familiare, anche la formazione più accurata rischia di scontrarsi con resistenze, errori e frustrazione. Per questo silwa è stato progettato con un’interfaccia pensata per essere subito riconoscibile, anche da parte di chi non ha un background tecnologico.
“Uno degli aspetti su cui abbiamo lavorato di più è stata la semplicità d’uso. L’obiettivo era chiaro: far percepire silwa come qualcosa di già conosciuto, non come l’ennesimo software da imparare da zero”, racconta Giovanni. E la scelta di rendere il sistema compatibile con palmari Android va proprio in questa direzione: sfruttare un ambiente già familiare per abbassare drasticamente la curva di apprendimento.
Ogni operatore si ritrova così a interagire con un sistema che ricorda da vicino le app che usa ogni giorno sul proprio smartphone. La navigazione touch, i menu chiari e la disposizione intuitiva delle funzioni permettono di muoversi con naturalezza, fin dalle prime ore di utilizzo. “Questo non solo accelera la formazione, ma riduce lo stress e aumenta la fiducia nell’utilizzo del sistema”, aggiunge.
Multilingua: un magazzino davvero accessibile a tutti
In molti magazzini moderni, la presenza di operatori stranieri è ormai una realtà quotidiana. Ed è proprio in questi contesti che il linguaggio può diventare una barriera, se non gestito in modo intelligente. Offrire un sistema che parli la lingua dell’utente non è solo una questione di comfort, ma un fattore determinante per garantire precisione, sicurezza e velocità.
“Quando un operatore può leggere un’interfaccia nella sua lingua madre, tutto diventa più semplice: le istruzioni sono più chiare, l’apprendimento è più rapido e gli errori si riducono drasticamente”, spiega Giovanni.
Un’altra caratteristica chiave di silwa è proprio quella di essere accessibile in modalità multilingua, per permette a ciascun utente di impostare la lingua più adatta alle proprie esigenze. È una funzionalità pensata per rendere il magazzino un ambiente più inclusivo e collaborativo, dove ogni persona si sente a proprio agio e può contribuire in modo più efficace.
“Non è solo una questione tecnica, ma culturale. La possibilità di lavorare in un ambiente digitale comprensibile fin dal primo giorno aumenta la fiducia e rafforza il senso di appartenenza”, conclude Giovanni.
Valorizzare chi lavora sul campo: ascoltare, coinvolgere, crescere
L’upskilling non è solo un processo di trasmissione di competenze, ma un’occasione per dare voce a chi lavora ogni giorno sul campo. Gli operatori non sono semplici esecutori: conoscono i flussi, sanno dove si creano rallentamenti e spesso hanno idee preziose per migliorare i processi. Per questo, coinvolgerli attivamente durante e dopo l’introduzione del WMS o del MES è fondamentale.
“Un operatore formato non solo esegue meglio, ma può anche contribuire a migliorare il sistema”, sottolinea Giovanni. “Quando le persone si sentono ascoltate, il livello di partecipazione cambia: diventano parte attiva del processo di crescita.”
L’adozione di un sistema digitale, quindi, non deve essere vissuta come una minaccia, ma come un’opportunità per crescere, riorganizzare, valorizzare. A partire dalle persone.
Misurare l’efficacia dell’upskilling degli operatori di magazzino
Ma come si misurano concretamente i risultati dell’upskilling? Per capire se un percorso di upskilling sta realmente portando i risultati attesi, è importante definire sin dall’inizio indicatori chiari e osservabili.
“L’adozione di un software per la logistica e la produzione (WMS o MES) può sembrare un salto nel buio, ma i numeri raccontano sempre una storia chiara”, spiega Giovanni. Attraverso l’analisi di KPI operativi – come la produttività per turno, i tempi medi di picking, il tasso di errori o il livello di utilizzo delle funzionalità avanzate del sistema – è possibile verificare in modo oggettivo l’impatto della formazione sul campo.
Oltre a ciò, monitorare questi dati consente di individuare aree in cui è necessario un ulteriore intervento formativo o di aggiornamento, mantenendo il sistema vivo e adattivo nel tempo. L’upskilling diventa così un processo continuo, misurabile e soprattutto migliorabile, in cui la crescita delle competenze va di pari passo con l’evoluzione dei flussi.
Una cultura dell’apprendimento continuo: la visione di Stesi
L’upskilling non è un evento isolato, ma un percorso che vive nel tempo. È parte integrante di una cultura aziendale orientata all’apprendimento, dove la curiosità è un valore, il confronto è incoraggiato e il sapere condiviso è considerato un patrimonio da valorizzare.
Anche per questo, in Stesi, la formazione non viene mai vista come una fase a sé stante, ma come un accompagnamento costante lungo tutto il ciclo di vita del progetto. Perché in fondo, come afferma sempre Stefano Cudicio, il Presidente di Stesi, “la tecnologia deve essere al servizio delle persone. Per questo accompagniamo i nostri clienti non solo nell’implementazione di soluzioni software avanzate, ma anche nel percorso di formazione del personale. Attraverso workshop, sessioni formative, strumenti digitali e supporto costante, aiutiamo le aziende a valorizzare il capitale umano, rendendolo protagonista del cambiamento”.
Perché un magazzino intelligente ha bisogno di tecnologia, ma prima di tutto di persone preparate. Se vuoi scoprire come valorizzare al meglio le competenze in magazzino e accompagnare il tuo team verso un’operatività più fluida, sicura e digitale, il team Stesi è pronto a guidarti passo dopo passo: contattaci!