La digitalizzazione del processo logistico, per le PMI che vogliono restare competitive, non è rimandabile. E pertanto, anche se fa paura, dovrebbe essere affrontata, perché si traduce in valore. A dirlo è una ricerca del RISE (Research e innovation for smart enterprises), laboratorio afferente all’Università degli studi di Brescia: il 41 per cento del campione composto da 165 aziende di diverse dimensioni vede la digitalizzazione come l’evoluzione a cui tendere nel prossimo futuro, ma il 43 per cento non la ritiene alla portata di tutte le aziende. Questo secondo dato mette in luce quanto la digitalizzazione del processo logistico spaventi. E lo fa, probabilmente, senza un reale motivo. Si tratta di una tendenza che può diventare pericolosa, perché rischia di rallentare l’evoluzione complessiva delle PMI e di creare un’importante spaccatura tra le aziende che vogliono abbracciare la digitalizzazione del processo logistico e le aziende intimorite dall’innovazione. Queste ultime, non per forza di piccole dimensioni, probabilmente non hanno fatto i conti con il valore che la digitalizzazione del processo logistico comporta lungo tutta la supply chain.

Digitalizzare significa semplificare

La digitalizzazione del processo logistico, infatti, ha come ultimo scopo quello di migliorare l’efficienza del servizio: digitalizzare significa infatti abbandonare strumenti e procedure diventati obsoleti e inefficienti, per farsi guidare verso la semplificazione dei processi. Il che significa, in ultima analisi, risparmiare tempo e denaro.

La digitalizzazione del processo logistico, infatti, snellisce i flussi e permette di condividere informazioni real time, anche da remoto, in ogni istante e in ogni situazione. Inoltre, archiviare, aggiornare e condividere documenti digitali, rispetto a quanto si farebbe con il formato cartaceo, è un vantaggio tangibile: si tratta di cambiare mindset, di introdurre in azienda un processo culturale che porterà, come risultato ultimo, la semplificazione. Oltretutto, la digitalizzazione non aspetta: chi non la approccia oggi sposando il cambiamento, rischia di essere tagliato fuori domani, per via di un deficit tecnologico non più colmabile.

Digitalizzazione, costo o investimento?

Stimare il valore della digitalizzazione del processo logistico di una PMI può sembrare di primo acchito un calcolo complicato, perché bisogna computare i costi, ma anche i benefici. Partendo dai primi, digitalizzare significa rinunciare a prassi e procedure – probabilmente molto dispendiose – che si sono consolidate nel tempo e pertanto, oltre all’investimento in tecnologia, occorre calcolare anche l’investimento in termini di formazione del personale. Un elemento, quest’ultimo, indispensabile: come è stato rilevato da un’indagine dell’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano, i responsabili della logistica ritengono il primo ostacolo alla digitalizzazione (e automazione) dei processi la cultura delle persone e l’organizzazione dell’azienda (59%). Al secondo posto la gestione dei dati (26%), a seguire i costi (10%) e la tecnologia (5%). Quanto ai benefici, questi sono incalcolabili: digitalizzare il processo logistico significa essere competitivi, al passo con i tempi, allineati con l’evoluzione tecnologica in atto. 

La digitalizzazione imprime flessibilità

La digitalizzazione permette infatti di trasformare un processo logistico da ordinario a intelligente. Basti pensare a un magazzino in cui la digitalizzazione ha sostituito la carta e le procedure “non scritte”: con la digitalizzazione dei processi è più difficile commettere errori ed è più facile fare fronte a situazioni imprevedibili e impattanti come quella dell’emergenza sanitaria. La digitalizzazione permette di sopperire alla mancanza di manodopera, facilita il distanziamento e agevola i rapporti tra operatori costretti a lavorare a distanza, oltre a garantire un approccio di filiera smart.

Digitalizzazione significa infine dati, anzi big data. I quali, oltre ad avere un valore incalcolabile, hanno tre specifiche e utili funzionalità, ossia descrittiva, predittiva e prescrittiva. Il che significa che analizzando e interpretando i dati che il processo logistico produce, si possono cogliere importanti opportunità. Che si traducono in efficienza e dunque in valore per le PMI.

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