Inutile girarci attorno: la riduzione del costo del magazzino è un obiettivo comune a tutti gli imprenditori, e guai se non fosse così. Significherebbe, infatti, non lavorare secondo la diligenza del buon padre di famiglia, per dirla con un concetto chiave del diritto privato.

Sì, perché se è vero che si fa tanto parlare di efficienza del magazzino, di miglioramento delle sue performance, della svolta verso una logistica intelligente e capace di rimettere in discussione i processi del passato, rendendoli migliori, è altrettanto vero che i conti, alla fine dell’anno, devono tornare.

Sarebbe ipocrita – e sicuramente non in linea con gli obiettivi dell’impresa – negare che il costo del magazzino meriti sempre la giusta attenzione e considerazione e che va, ove possibile, ridotto. Per almeno due motivi: perché nel magazzino sono di fatto immobilizzati i capitali – talvolta ingenti – dell’imprenditore. E perché i costi del magazzino si riversano, volente o nolente, sull’intera supply chain.

Gestire le scorte per abbattere i costi di magazzino

Partiamo da un concetto chiave: la corretta gestione delle scorte – che vuol dire poterne disporre, senza però stoccarne un surplus – può far diminuire il valore del magazzino dal 20 al 40 per cento. Il che significa che, se correttamente gestito, il magazzino non sarà il luogo in cui l’imprenditore immobilizza il suo capitale senza che questo abbia un senso. Quel capitale risparmiato, quindi, potrà essere investito in altro. Per molte realtà italiane, questo significa sopravvivere oppure chiudere i battenti. Ma come si fa a stabile quale sia il giusto stock? Entra qui in scena il WMS, il Warehouse Management System, ossia quel supporto informatico che, se adeguatamente progettato e utilizzato, può aiutare fattivamente l’imprenditore a compiere le scelte giuste e dunque a ottimizzare le risorse. Riducendo (anche) i costi del magazzino.

Guerra ai costi di magazzino occulti

Una gestione organizzata e ottimizzata del magazzino, infatti, contribuisce in maniera inequivocabile a far emergere i costi occulti che praticamente tutti i magazzini sono in grado di nascondere, anche per anni. Le inefficienze che si producono in magazzino, infatti, sono le più disparate. Per esempio, come si accennava, si abbonda con le scorte, senza considerare che se da un lato è senza dubbio vero che si tratti di un servizio al cliente, dall’altro occorre considerare che le scorte, in poco tempo, possono diventare obsolete, andando a occupare inutilmente spazio, generando così inefficienze, producendo costi occulti.

Il personale e i costi di magazzino

Ma anche il personale gestito in maniera inefficiente rappresenta un costo occulto: vi sono magazzini in cui si auto-genera lavoro inutile, in cui il personale compie fatiche che gli si potrebbero risparmiate, in cui i percorsi, i passaggi e i processi non sono organizzati, generando così altri costi inutili, che non si vedono.

Compito del WMS è mettere fine a queste inefficienze. Sì, ma come?

WMS contro i costi di magazzino

Misurare quello che è misurabile, rendere misurabile quello che non lo è, al fine di smascherare le inefficienze del magazzino, riducendone così i costi. È questo uno dei compiti principali che il WMS dovrebbe saper fare. In pratica, con l’aiuto di una selezionata rosa di KPI, il WMS porterà alla luce gli errori e permetterà, nell’ottica del ciclo di Deming (ossia del miglioramento continuo), di verificare le azioni intraprese, cambiandole laddove dovessero generare costi inutili. Va precisato che i WMS non sono tutti uguali e che ogni magazzino merita un WMS attentamente progettato. In generale il WMS ideale è flessibile, perché il magazzino nel tempo potrebbe cambiare. Ma, quando un’azienda sceglie di dotarsi di un WMS o di sostituire quello esistente, dovrebbe avere un solo obiettivo: “cucirsi addosso” un WMS personalizzato.

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