In un magazzino alla ricerca dell’efficienza, ha senso considerare in modo concreto il ricorso al picking automatico. Tra le operazioni di magazzino, il picking (manuale) è infatti in assoluto quella più dispendiosa, tanto da condizionare produttività ed efficienza di tutto il processo. Un’affermazione per alcuni versi forte, ma che trova conferma in un dato: in funzione dell’organizzazione del magazzino – che può essere più o meno ottimizzata – i costi del picking rappresentano una fetta importante dei costi complessivi, il che significa, nei casi più “gravi”, il 60-70 per cento dei costi totali. Il picking automatico, se ben progettato, permette di sgravare gli operatori da attività ripetitive, faticose, dispendiose in termini di tempo – speso anche a vuoto – e in termini di costo. Prima di entrare nel merito, una premessa: l’automazione oggi è per (quasi) tutti, anche per le aziende di piccole dimensioni. Perché – se ben congegnata – l’automazione totale o parziale di un magazzino è un investimento che si ripaga in poco tempo. Non a caso, l’automazione è un argomento strettamente legato all’industria 4.0, dunque a quelle attività finalizzate ad aumentare la produttività. Vediamo nel dettaglio.

Il magazzino si fa automatico

Un magazzino automatico è un magazzino che, lasciatosi alle spalle la mentalità del “si è sempre fatto così”, ha detto sì all’efficienza, perché ha scelto di sgravare gli operatori dalle attività ripetitive e gravose, come può essere quella del picking. Per definizione, infatti, le attività automatizzabili sono quelle fisiche prevedibili, ossia la movimentazione dei beni, l’approvvigionamento delle linee, la movimentazione verso e dai magazzini. Non esiste un magazzino automatico standard, perché non tutti i magazzini sono uguali e, pertanto, anche nel processo di automazione, occorre avere un approccio tailor made. Ciò significa che l’automazione – parziale o totale – va attentamente progettata e cucita su misura sulle esigenze del singolo contesto. In ogni caso, tra le esigenze più comuni e trasversali ai diversi magazzini, ve ne sono almeno due: ottimizzare i prelievi e incrementare lo spazio, soprattutto in un’epoca in cui il numero delle referenze da stoccare tende ad aumentare. Pertanto, con l’automazione del magazzino, si può fare quello che è proibitivo con il deposito e il prelievo manuale: si possono sfruttare – in sicurezza – le altezze. Come? Affidandosi alle macchine e, appunto, al picking automatico.

L’importanza del supervisor

Detto questo, per automatizzare un magazzino occorrono dei dispositivi di movimentazione automatica, ovvero traslo elevatori, radioshuttle, navette o AGV. Se ai primi è demandato il compito di compiere i depositi e i prelievi all’interno della scaffalatura, a questi ultimi spetta la mansione di trasportare la merce nelle diverse aree di magazzino, anche convivendo (senza problemi) con gli operatori. Un magazzino servito da traslo – ne esistono di diversi tipi – è un magazzino veloce, sicuro, privo di manodopera e ottimizzato negli spazi; inoltre, è un magazzino particolarmente adatto alle merci pesanti e ingombranti, perché le macchine – più dell’uomo – sono in grado di gestire carichi importanti. Semplificando al massimo, un magazzino automatico caratterizzato da picking automatico è una sorta di Tetris, in cui tutte le combinazioni filano lisce e senza intoppi. A patto però che ci siano dei supervisori di impianto a coordinare le attività di tutti i dispositivi. E, naturalmente, tali supervisor, non sono umani.

Controlli precisi

Da questa affermazione, derivano due concetti fondamentali: quello del Mission Manager e quello del Warehouse Control System. Partendo però da un’altra premessa: non esiste magazzino automatico che possa funzionare senza che in regia ci sia un WMS.

Il WMS, come è noto, è il software a cui è demandato il compito di mappare e monitorare – in tempo reale – il magazzino. In altre parole, il WMS è quel cervellone che conosce – sempre – lo stato del magazzino, ubicazione delle merci, consistenza delle scorte e dell’inventario. Quando si parla di magazzino automatico, al WMS si affianca il Warehouse Control System (WCS), un software di controllo a cui è demandata la programmazione della movimentazione delle merci. Il WCS regola tutti i processi relativi al flusso automatizzato dei materiali con degli obiettivi ben precisi: minimizzare i percorsi – siano essi orizzontali o verticali – velocizzare le movimentazioni, coordinare tutte le macchine coinvolte, rilevare errori, interfacciarsi con il WMS. Può sembrare complesso, ma non lo è affatto: l’automazione, anche solo parziale, del magazzino, per esempio con il picking automatico, è un passo importante verso l’efficienza, la produttività e, anche, la tranquillità.

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