All’interno del tradizionale ciclo produttivo, la gestione delle scorte di magazzino è uno dei tasselli più importanti in assoluto. Il suo scopo è quello di minimizzare il costo di mantenimento delle scorte all’interno dei magazzini, assicurando al tempo stesso una giacenza tale da soddisfare le esigenze produttive o, nel caso di un centro di distribuzione, gli ordini degli utenti finali. La ratio è intuitiva: la mancanza di scorte blocca la produzione e l’evasione degli ordini, mentre una giacenza eccessiva di materie prime o di prodotti finiti si traduce in costi che l’azienda deve evitare e amplifica il rischio di obsolescenza.
Da qui, la centralità della gestione delle scorte di magazzino (inventory management) e lo sviluppo di diversi modelli gestionali, tra i quali l’azienda può scegliere quello più adatto alle proprie esigenze: citiamo solamente FIFO (First In, First Out), LIFO (Last In, First Out) e il Modello di Wilson, ma soprattutto una delle modalità di gestione a ripristino di maggiore successo, ovvero Just-in-Time. Quest’ultima modalità di gestione delle scorte si basa su un concetto semplice, adattato dai principi cardine del lean manufacturing: l’assenza di sprechi, cioè in questo caso di accumuli.
In pratica, in magazzino devono esserci solo le scorte che servono per la produzione programmata. Il principio è quindi facilissimo da capire, ma ben più complicato da mettere in pratica, poiché com’è noto si tratta non solo di ottimizzare i processi interni, ma tutta la supply chain.
La gestione delle scorte di magazzino non è altro che la ricerca - purtroppo non semplice - di un equilibrio perfetto. A fare da contraltare alla disponibilità di materie prime per non fermare la produzione o l’evasione di ordini, infatti, c’è il rischio (concreto) di stoccare troppo, producendo così inefficienze legate soprattutto alla immobilizzazione di capitale. Pertanto, la gestione delle scorte di magazzino non può essere frutto della sensibilità e dell’esperienza delle persone che nel magazzino lavorano, ma deve essere affidata a software in grado di elaborare real time un numero infinito di dati. In altre parole, al centro della gestione delle scorte di magazzino non può che esserci un WMS affiancato da tecnologie di identificazione automatica, e in grado di governare il magazzino in tutti i suoi molteplici aspetti. Al WMS, in un’ultima analisi, spetta il compito di risolvere una formula, semplice e al tempo stesso complessa: la disponibilità è uguale alle giacenze, meno le richieste, più le coperture (Disponibilità = Giacenza – Richieste + Coperture).
Ci si può ora domandare quale sia esattamente il ruolo del Warehouse Management System (WMS) e, soprattutto, perché sia fondamentale nei processi di inventory management. Primo aspetto da sottolineare è che la gestione delle scorte non è che una delle attività di cui il WMS si fa carico, WMS che infatti copre la gestione di tutte le operations logistiche di magazzino, dall’accettazione della merce alla spedizione. Piuttosto che affidarsi a soluzioni più specifiche, che magari coprono solo una piccola parte di queste attività, è sempre meglio rivolgersi a una soluzione avvolgente, che eviti di dover poi intervenire in un secondo momento con attività di integrazione ad hoc.
Innanzitutto, perché non esistono metodi di inventory management che non richiedano visibilità – meglio se in tempo reale – su quantità, tipo e stato delle merci presenti in stock: soprattutto un metodo come just in time, il cui tratto distintivo è proprio la presenza in magazzino del solo quantitativo indispensabile in funzione della produzione e degli ordini, richiede grande precisione sullo stato delle giacenze, senza il quale non potrebbe raggiungere lo scopo di minimizzare i costi aziendali. Inoltre, conoscendo precisamente la quantità di prodotti o materiali presenti in magazzino si possono scongiurare rotture di stock, rischi di obsolescenza, trasferire rapidamente prodotti da un magazzino all’altro per fronteggiare diverse esigenze produttive e, a patto che il WMS sia integrato con gli altri flussi di lavoro (come acquisti, contabilità…), anche ottimizzare tutte le operazioni relative alla supply chain. Sempre in ambito di gestione delle scorte, poi, il WMS permette di visualizzare la posizione dettagliata della merce all’interno del magazzino, calcolare gli indici di rotazione, da cui dipende l’ubicazione della merce, e gestire lo stato dello stock, compresi quindi i prodotti in riserva, quelli da sostituire ed eventuali lotti difettosi.
Infine, parlando di ottimizzazione delle scorte di magazzino non si può non accennare al discorso della business intelligence e dell’approccio data-driven. Il WMS, infatti, è un’eccezionale fonte di dati: la piattaforma conosce tutto sulle merci in ingresso, sulla loro ubicazione in magazzino, sa dove sono, quali sono quelle soggette a rotazione maggiore, dove dovrebbero essere stoccate e molto altro ancora. Un sistema di Business Intelligence può fornire ai manager aziendali non solo informazioni preziosissime su cui valutare l’efficienza della logistica interna, ma anche – e qui si torna al discorso dell’integrazione con le altre piattaforme in uso – un quadro esaustivo tramite il quale identificare punti di forza, debolezze e con cui ottimizzare tutti i flussi produttivi e logistici, dagli ordini di acquisto alla produzione fino a tutte le attività logistiche connesse.