La sicurezza del magazzino, intesa come insieme di misure volte a tutelare il personale della logistica, i sistemi di stoccaggio e le merci, è una priorità assoluta per qualsiasi impresa.
Quest’ambito è fortemente regolato a causa dei rischi connessi alle attività e ai processi di magazzino: caduta delle merci, collisioni tra mezzi di movimentazione, urti accidentali con le strutture e con le persone, per non parlare di incendi e altre situazioni catastrofiche. Sulle aziende pende un onere di conformità rispetto alle normative e alle policy in essere, che si ottiene con l’adozione di vere e proprie best practice di sicurezza e una costante attività ispettiva. A titolo d’esempio, in queste pratiche rientra il rispetto delle capacità delle strutture e delle macchine, l’adozione di dispositivi di sicurezza personale, il corretto impiego delle recinzioni e molto altro.
Il ruolo di RTLS nella sicurezza del magazzino
Tra le tecnologie capaci di avere un impatto benefico sulla sicurezza del magazzino ci sono i sistemi di localizzazione, riassunti nella sigla RTLS (Real Time Location System). RTLS racchiude un insieme di tecnologie differenti, ma tutte accomunate dalla finalità di localizzare merci, mezzi e persone in movimento all’interno degli ambienti logistici, fornendo rilevazioni dotate di qualità e frequenza commisurate alle esigenze del magazzino.
La localizzazione degli asset fornisce benefici sia in termini di efficienza che di sicurezza, ma in quest’ultimo caso è necessario che i dati siano rilevati e trasmetti effettivamente in tempo reale e con una precisione tale da prevenire i pericoli e ridurre i rischi. Le coordinate spaziali dei mezzi e degli uomini in campo confluiscono dinamicamente verso i software di supervisione che non si limitano a segnalare pericoli incombenti, ma li prevengono definendo percorsi sicuri sia per i mezzi che per gli uomini. In questo modo, l’ottimizzazione dei percorsi riduce tempi e costi, ma aumenta anche la sicurezza del magazzino.
Più in dettaglio, un sistema di localizzazione interviene sulla sicurezza del magazzino in (almeno) tre modi:
- Prevenendo le collisioni tra i mezzi
È il caso cui si accennava precedentemente. Non sempre negli ambienti logistici la visibilità è buona, e questo aumenta i rischi di collisione. La localizzazione dei mezzi e l’ottimizzazione dei percorsi sono ottimi strumenti di prevenzione, che si sommano alle tecnologie di comunicazione diretta tra i mezzi di movimentazione (Machine to Machine, o M2M). Abilitare un ‘dialogo’ tra i mezzi non ottimizza i percorsi, ma in caso di vicinanza sospetta permette di allertare entrambi i conducenti e di eseguire (in modo autonomo) azioni come una riduzione di velocità o una frenata.
- Forte riduzione di errori
È una conseguenza diretta di ogni forma di digitalizzazione, compresa quella logistica. Conoscendo il posizionamento realtime dei mezzi di movimentazione e delle persone, si possono adottare sistemi di assistenza ai carrellisti e automazioni che ottimizzano i percorsi e prevengono le collisioni. Così facendo, si minimizzano gli incidenti dovuti ad errori umani. Gli stessi sistemi possono rilevare ulteriori situazioni di pericolo (eccessiva vicinanza a un’area di lavoro con condizioni ambientali pericolose) e segnalarle prontamente, ottimizzando la gestione dei rischi.
- Riduzione degli infortuni
La sicurezza degli operatori è la priorità assoluta. Si pone dunque un’esigenza di prevenzione data-driven degli infortuni, da abilitare attraverso la conoscenza della localizzazione delle persone. Così facendo, è possibile coordinare l’operatività di persone e mezzi all’interno del medesimo ambiente, prevenendo collisioni e, più in generale, situazioni di pericolo. Viene in soccorso la tecnologia di comunicazione tra macchine e uomini (M2P, Machine to Pedestrian), che abilita svariati alert e azioni automatiche per prevenire i pericoli.
In quest’ambito le aziende devono anche evitare che le persone entrino in aree considerate a rischio e che, in caso di incidente, possano chiamare immediatamente i soccorsi: il Geofencing supporta la prima esigenza, i cosiddetti emergency buttons (o panic buttons) la seconda.